Ti è capitato di avere paura di fare qualcosa perché hai temuto di non farcela? Cosa è successo dentro di te? Ti ricordi cosa hai provato? Che rapporto hai con la paura del fallimento?
Forse sarai d’accordo con me se ti dico che non è tanto il fallimento che spaventa le persone. La cosa che le stressa di più è piuttosto la percezione delle conseguenze negative che potrebbero conseguire al fallimento. Quando hai paura delle conseguenze di qualcosa, l’autostima è a livelli abbastanza bassi, eviti compiti impegnativi, sei pessimista e alcune persone arrivano anche a dire bugie pur di non ammettere che qualcosa non è andato come previsto.
Ecco alcuni dei timori che si hanno quando si ha paura di andare incontro ad un fallimento:
- provare vergogna e imbarazzo
- dover ridefinire la visione che si ha di sé
- avere un futuro incerto
- infastidire o deludere le persone significative della nostra vita
- perdere la considerazione delle persone per noi importanti.
Come ridurre la paura del fallimento
Come si può ridurre la paura del fallimento? Ecco alcuni suggerimenti:
Vergogna non ti conosco
La paura di non farcela o di sbagliare è strettamente legata alla vergogna e all’imbarazzo. Lo si vede per esempio negli studenti che tendono a non rispondere volontariamente a una domanda in classe per paura di fare brutta figura davanti ai compagni, o negli atleti che giocano sul sicuro perché non vogliono sbagliare per cui, potendo, si scelgono avversari di livello più basso.
Impegnarsi di più (a studiare o ad allenarsi, ad esempio) provarci ed eventualmente non riuscirci, non vengono visti come un’opportunità di crescita, ma come il “palco” della vergogna, delle risate, dell’essere messi in ridicolo.
Non possiamo cambiare il modo in cui gli altri reagiscono, ma possiamo cambiare il modo in cui noi reagiamo, ad esempio possiamo ignorare le battute o le risate degli altri. Perché se qualcuno si mette a ridere quando uno sbaglia, o non ce la fa, o non sa una risposta, per prima cosa vuole dire che non ha rispetto per le persone e non ha nessuna sensibilità verso gli altri.
Veramente vogliamo farci condizionare da persone così?
Dall’altra parte, pensa cosa fai tu quando qualcuno sbaglia. Ti metti a ridere, fai battute, lo metti in imbarazzo? Se sì, allora è arrivato il momento di cambiare questo modo di reagire davanti al ‘fallimento’ di qualcun altro.
Affronta il problema
Quando ti trovi di fronte a un problema lo affronti o lo eviti?
Spesso evitare è una strategia che mettiamo in atto per non affrontare una situazione difficile o un evento temuto che ci mette in difficoltà emotiva. Questo comportamento ci permette di gestire le emozioni che non vogliamo provare, dandoci un sollievo immediato. Ad esempio può accadere quando dobbiamo esporci a persone difficili o situazioni critiche (come un esame, il confronto con un collega o con il capo): in questi casi rimandiamo e rimandiamo (il confronto, l’esame, ecc.) fino ad evitare quel momento.
Dall’altra parte invece affrontare il problema, la situazione difficile, la persona critica, può non essere piacevole, ma ti porterà ad avere dei risultati. Nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi non porta a nulla, la paura rimane.
Se qualcosa ti preoccupa, se hai paura di sbagliare o di non farcela, cerca di capire come migliorare la situazione.
Impara dai tuoi errori
Pensa a quando andavi a scuola. Come vedevi le verifiche? Erano un’opportunità per verificare quanto avevi imparato, erano una sfida con te stesso? Oppure erano un continuo confronto con i tuoi compagni di classe? Confronto inteso non come scambio, ma piuttosto come critica o competizione per i voti.
Se sei concentrato sull’apprendimento, quindi sei “orientato al compito”, sei maggiormente focalizzato sul tuo sviluppo individuale, e questo dovrebbe aumentare la motivazione e la fiducia e ridurre l’ansia. Vedi dove hai sbagliato e la volta successiva sai che non farai quell’errore perché lo hai visto e riconosciuto.
Il confronto con gli altri porta a vivere con l’ansia e a non imparare molto dagli errori fatti, perché lo sguardo è rivolto all’esterno, magari a cose che neppure riguardano il compito: ‘lui ha studiato poco, ma però, non è giusto…’.
Metti in discussione le tue paure
Quanto è probabile che le tue paure si avverino? A volte abbiamo delle paure che è altamente improbabile che si avverino. Mark Twain una volta disse: “Ho avuto molte preoccupazioni nella mia vita, la maggior parte delle quali non si sono mai avverate”.
Si tratta di una citazione molto azzeccata, in quanto coglie perfettamente il modo in cui molti studenti finiscono per preoccuparsi dello scenario peggiore, spesso senza alcun motivo logico. È bene rassicurarli sul fatto che, se si sono impegnati a fondo, non c’è motivo di “pre-occuparsi”, cioè occuparsi mentalmente prima del tempo di ciò che potrebbe accadere.
Concentrati su ciò che puoi controllare
Quando le persone si concentrano su cose che non possono controllare o cambiare, spesso sono stressate o nervose, mentre concentrarsi su ciò che può essere controllato dà un senso di certezza e fiducia.
Questo approccio viene chiamato “focalizzazione sul processo”: non concentrarti sull’esito (cioè sul risultato, che non può essere controllato), ma concentrati su ciò che puoi fare (il processo) per avere le migliori possibilità di successo.
Per esempio un atleta non può sapere il tempo o la prestazione che farà (cose al di fuori del suo controllo), ma può prepararsi al meglio. Uno studente non può avere il controllo del voto che otterrà, ma può concentrarsi sul suo impegno nello studio per arrivare preparato e sull’atteggiamento con il quale affronta l’esame (tranquillità).
Il pensiero dominante è che le sconfitte sono negative e le vittorie sono positive. È proprio così?
Quello che conta è il processo, la strada che hai percorso, quello che hai imparato, le risorse che hai messo in gioco. Se vedi tutto questo, la tua autostima non ne risente, perché non ci sarà mai un fallimento, ma voglia di fare meglio.
Il fallimento di per sé non è un problema. Certo, potrebbe portare con sé delle noie, altri problemi da risolvere, ma se superiamo la paura del fallimento, dello sbaglio, di non farcela, andando oltre la vergogna, possiamo fare enormi passi avanti e realizzare il nostro pieno potenziale.
